lunedì 20 luglio 2020

Pane, Amore e Bifane. Un Campari a Campolide.



Un Campari a Campolide.


Musica: Shigeto - Detroit Part I

Cocktail indicato: Spritz "Sbagliato" con Vinho Verde de Monção e fetta d'arancia.
Doveroso assaggiare prima in un bicchiere gelato un sorso del vino
Muralhas de Monção, per conoscerlo e farsene uma ideia, ter noção.


Luglio 2020.


Adoro il 24. Dopo il 28 c'è il 24.
Non do i numeri, parlo di tram, elettrici.
No, non modellini e paesaggini,
il tram giallo icona di Lisbona.

Il 28 fa un bel giro largo
ma il 24 è un grande ritorno in circolazione.
Porta da "Camoscio" (Praça Camões) fino a Campolide.
Si ferma proprio dietro alla Valenciana
e da lì riparte per sferragliare fino a fare un girotondo
tutt'intorno al Largo del Luís con un occhio solo.
Er Camoscione.



Monumento a Camões
(conjuto escultórico
autoria do escultor Victor Bastos.


Bello lui, avessi io in Italia una Piazza Leopardi
o ancor meglio un Largo Foscolo da dove partire la notte
con un branco d'amici belli carichi
e avere un Bairro Alto d'assaltare,
vicolo a vicolo, shots a raffica
e non esiste un "domani".





Monumento a G.Garibaldi a Gallarate
opera di Francesco Confalonieri.


A Gallarate al massimo c'è Piazza Garibaldi
ma ormai l'eroe barbuto dei due mondi
è stato molto screditato.
Minkia, come mi farei volentieri una passeggiata in centro a Gallarate.
Bere un buon caffè in centro,
vedere se per caso incrocio qualcuno che conosco,
fumarne una spavaldo sui gradini della Basilica
e poi entrare in un portale dimensionale che mi riporta in una tasca,
a Lisbona, per farmi una bella bifana e un'imperial fresca.

Fresca, aria fresca, che entra dai finestrini aperti sul tram.
Giardinetti diversi, gente diversa, abiti diversi
eppure riesco a restare me stesso
ricordandomi che cammino sempre sullo stesso sasso, pianeta,
che gira, gira, gira, que gira la mora seduta fuori da un portone.

Adoro il 24 anche perché passa a fianco al Bairro,
passa per Principe Real fino a Rato e poi su
costeggiando l'acquedotto e il Museo dell'Acqua,
un posto che merita d'essere visitato.

Ricordo la fortuna d'esserci andato in una notte dei Musei aperti,
accadeva una volta all'anno, dovrebbero farlo ogni mese...
E smettila voce di riptermi "eh ma adesso c'èr Covid" smettila!
Cazzo, stò cercando di pensare e per ogni cosa s'intromette stà voce
a ricordarmi che tanto adesso c'èr Covid e non si può più fare niente,
ma vaff'anculo.

Si scrivono cose nuove, ecco cosa si fa.
S'inventano nuove dinamiche,
mica s'aspetta che qualcosa torni a posto.
Non era a posto manco prima,
non esistono equilibri se non tra i piatti della bilancia
ma qui se porti un bilancino ti prendono per uno spaccino.

Il Museo dell'acqua.
Un quadrato pieno d'acqua per metà,
con una fonte con le rocce tipo presepe indoor.
La fine di un lungo percorso, di una grane condotta.
Mi ci tufferei dentro con questo caldo.
Dio che bella l'estate, che bello stare bene.
Mi affloscio sul divanetto, mancano ancora varie fermate,
torno a ieri sera, come con uno di quei portali dimensionali,
mi basta un click.

Ieri sera, in veranda, lasciandomi carezzare dal venticello fresco.
Dopo una bella trombata e un bel panino con il formaggio e la marmellata
anche gestire un mondo intero diventa più facile.
È proprio un fatto di predisposizione, non solo di preparazione.
Mi siedo sull'Atlante fumando una katema, una katama, una katana,
boh, non ho capito come si chiama.
Osservo Atlante, Atlas, il titano,
lo vedo appoggiare per un attimo il Mondo intero
per potersi rilassare i muscoli e sgranchirsi le gambe.
Lui non mi degna neanche di uno sguardo e io faccio finta di niente.
Aspetto che si allontani, poi mi avvicino al globo bello rotondo
e dò un'occhiata da vicino.

Il planetario di Atlante è chiuso per Covid
ma il pianeta azzurro è bello visibile.
Passo tra le nubi ricordandomi della sensazione
al mio primo lancio col paracadute.
Fresco in faccia, velocità senza fine,
capire cos'è la forza di gravità e con quanta velocità
te sta' pure a reclama'.

Il Mediterraneo è così caldo che potrebbe evaporare,
tensioni tra Turchia e Europa per l'intervento di Ankara in Libia,
armi, sempre armi e ottenere ad ogni costo il controllo di aree geografiche
ricche di petrolio, gas, sabbia, sassi, bossoli roventi, turbanti e serpenti.
Tu guarda su che bottino bello grosso sedeva Gheddafi.
Tanto da chiamare l'attenzione di potenze che si scomodano ad attraversare il mare
pur di partecipare, innervosendo tutta la geopolitica Mediterranea
e ricordando a tutti che, tra l'altro, tra l'Europeo e Saladino
è sempre stato versato molto sangue e mai una bella partita
o una bella bevuta di vino.

Faccio il cretino ma è vero,
la mia riflessione è utile come un salatino all'aperitivo.
Abbiamo un mondo in trasformazione con più profughi
per i cambiamenti climatici che per guerre e diatribe.

Abbiamo numerosi problemi in comune al mondo
ma continuiamo a farci convincere che dobbiamo restare separati
quando invece l'unione fa la forza.
Se avessimo bisogno di migrare a Sud avremmo un sacco di problemi.
Oltre le frontiere abbiamo lasciato che si creassero i "nuovi barbari"
che vengono ad ogni costo pur di occupare un posto in prima fila.
Anche se l'impero è in declino, anche se l'Unione è in dubbio
resta un posto più sicuro del resto del mondo.
Abbiamo ancora dei Diritti anche se sembrano leggenda.
Abbiamo ancora delle Costituzioni anche se sembrano usate
come carta-culo.

Sembra che ci stiano educando di nuovo
a non essere niente di più di una formica operosa.
Certo, nel formicaio il cunicolo è più bello e equipado
di un buco sotto terra.
Ma si rischia davvero uno scontro cieco e ignorante
tra formiche rosse e formiche nere.

Non sono solo bianchi e neri 
i pezzi sullo scacchiere. 

Regine pazze e spietate.
Si fermano solo quando le avversarie sono state tutte decapitate.

Orchi vestiti da Dolce e Gabbana
Gargoyle in Rolls-Royce
Mangiatori di carogne che s'abbuffano d'aragoste all'Havana
caproni e cafoni che non han mai letto Sartre o Joyce
riescono a guadagnare sui poveri anche con l'acqua piovana
mentre il 90% di noi finisce male, tipo no choice.

Sanguinari ed eccitati dalla paura come squali.
La giungla spietata vive ancora nel profondo
e nel cuore di tenebra di molti uomini
o qualsiasi cosa essi siano.

Anche di questo virus che sta andando di moda
nessuno ci capisce ancora molto.
Eppure sembra che si annienta con l'esposizione al Sole.
Cioè, ci stiamo facendo condizionare da un virus-ghiacciolo?
Un virus-"palla" di neve?





L'unica cosa certa è che fa parte di quella pallotta di merda
e di stronzate che l'umanità si porta dietro come uno stercoraro.
Oh, è evidente che ci vuole uno STOP alla gestione "ad cazzum"
dei nostri Governi. Ci serve gente che faccia sul serio
senza improvvisare troppo.
Noi non rompiamo poi così tanto le scatole.

"Noi" quelli dell'insieme "vivere pacificamente la propria vita
senza dover essere complice di milletrecentomila atrocità
e malvagità contro senso, contro ogni consenso,
contro tutto e contro l'umanità.

Facciomolo noi questo reset senz'aspettare crisi e disastri.
Chiudiamo per sempre la fogna da cui escono
i miasmi di una società in cancrena,
corrotta e sporca come una puttana.
Anche fosse "di classe" una troia resta una troia
ma un mestiere non ha niente a che vedere con il valore
di una vita venduta ad ore.

Idealizzo un sistema di vita più responsabile,
onesto e funzionale.
Votato a far sempre le scelte più sensate,
cambiando anche molte abitudini pur di migliorare
e per ottimizzare e non per complicare le nostre esistenze.
Eco-nomizzare, essere eco-logici.
Lasciare un'impronta che sia un nobile esempio.
Mettere tutti in condizione di giocarsi le proprie carte in questa vita.

Atlante intanto è tornato, non me n'ero accorto tanto che ero assorto
ad ammirare la creazione di Dio, il Dio Artista,
il Dio illuminato, quello che crea anche solo per diletto,
anche solo per godere per le forme e per i colori che ha gestito
con così tanta fantasia e varietà.
L'aspetto e la forma di ogni cosa è piegato, curvato e forgiato della necessità
ecco perché osservando il nostro mondo mi meraviglio sempre.

"Finché batteria non ci separi!" 

Trovo l'esistenza una curiosa meraviglia senza eguali
per ogni dettaglio e per ogni cosa anche la più minuziosa.
Il nostro mondo è un elogio all'estetica e all'impermanenza.

Ne sono sicuro.

"Certezze ed altre illusioni." 

Forse Nietzsche ne aveva scritto,
forse in quel libretto che Sara aveva sempre in bagno
e che per un anno, vedendolo ogni volta che stavo da lei,
mi son sempre proposto di leggere ma poi...
Maledetto tempo.

Forse era "La nascita della tragedia"
faccio una googolata cercando le parole chiave
che mi mettano sugli stessi binari. //

Il testo inizia in medias res ponendo la questione dell'origine del pessimismo greco, 
qualora questo sia da interpretare necessariamente come un sintomo di decadenza 
o se non possa invece esistere una forma di pessimismo “nobile” e non decadente. 
Per giustificare questa tesi Nietzsche introduce il lettore 
alle forze opposte e simmetriche di Apollineo – simbolo del Sogno, 
delle arti plastiche, della calma magnificenza delle divinità olimpiche 
– e Dionisiaco – simbolo invece dell'Ebbrezza, della musica, 
della frenesia orgiastica delle feste di Dioniso

In quest'ultimo Nietzsche identifica la ragione e l'origine del pessimismo greco 
e la sua natura non decadente: per Nietzsche Dionisiaco è anche 
“gettare lo sguardo nell'abisso”, 
confrontarsi con l'orrore dell'esistenza senza esserne piegati, 
accettandolo e – secondo una formulazione successiva – “dicendo sì alla vita”.

"Sì alla Vita!" Buttarlo in una frenetica orgia Dionisiaca, SÌÌÌÌÌ!!!

Atlante, che era rimasto dietro di me ad osservarmi,
sbotta in un << ma che cazzo stai leggendo? >>
Faccio quasi un salto dalla sorpresa.
<< Calma uomo o ti scoppia il cuore per lo spavento. >>

<< Davo un'occhiata a questo mondo pazzerello. >>
Atlante mi fissa serio.
<< Voi siete pazzi, il mondo è un'opera d'arte,
una creazione senza eguali, un acquario ricco e vario.
Eppure per molti rimane solo una dannazione o una prigione. >>
Lo fisso in silenzio aspettando che dica qualcos'altro.

Lui fa stretching con le braccia e le spalle.
Mi fissa intanto che si scioglie i muscoli del collo.
<< Siete dei minuscoli folli, ciascuno di voi vive nel suo universo
anche senza allinearsi al grande disegno. Pennellate impazzite.
Un'opera incompiuta. Una tela dimenticata tra tante altre
che l'Artista non ha mai finito di dipingere.
Dimmi uomo, ma come fate a sopportare la vostra stessa esistenza? >>

Io faccio spallucce e rispondo: << Dipe. >>
<< Dipe cosa? Dipende? >>
<< N'Denza. >>
<< Ma che cazzo dici pisellì? Parla chiaro. >>
<< Dipe'N'Denza. Usiamo droghe e alcool o altre curiose distrazioni. >>
Atlante capisce e si fa una fragorosa risata.
<< Beh, il vostro sesso è un meraviglioso passatempo.
Anche gli Dei non perdevano occasione per accoppiarsi da ogni parte.
Inseguendo giovani donzelle e prendendole anche senza alcun consenso
sui freddi pavimenti dei templi, tra fuochi sacri e odore di incenso. >>
<< Come li capisco. >> Rispondo io con gl'occhi a cuoricino.

Atlante tira fuori da un borsello un mazzo di carte.
<< Sciegline una. >>
E le apre a coda di pavone mettendole tutte equidistanti
tra le sue mani giganti.
Vedo che sono dei tarocchi.
<< Ti piacciono i taraocchi? >>
È la volta di Atlante fare le spallucce.
<< Una tra le tante cose curiose che inventate e che vi tramandate.
Esisto da un pò, capisci che in qualche modo devo pur ammazzare il tempo
e mi piace vedere quando ci azzeccate su certe previsioni.
Nonostante non avete più dei ricettori e delle antenne
avete pur sempre qualcosa di divino dentro di voi e a volte emerge.
Certo, non in tutti. Siete pur sempre dei caproni ignoranti. >>

Faccio finta di niente, intanto tra le carte a rovescio dal mio punto di vista,
riconosco una che è l'unica girata nella mia direzione: il matto.
Mi ricorda 'O Pazzo che nella Smorfia Napoletana è il 22.
Lo gioco da giorni ma non esce, bastardo.
L'afferro e la sfilo dal ventaglio di carte.






Punto Zero. "Il possibile plausibile." 

Atlante sorride. << Bravo, ottima scelta.
È l'unica carta che ha un significato anche al contrario.
Casualmente è quella che più si avvicina alla vostra condizione umana,
sempre "sottosopra" e fatta da due opposti complementari. >>

Guardando il mondo mi ricordo dell'altro Tropico,
quello a Sud dove si vive a testa in giù.
Poi fisso Atlante e gli chiedo quale carta preferisce.
Lui mi risponde sorridendo.
<< La Luna. >>
<< Perché? >>
<< Mi ha sempre affascinato la storia della sua creazione,
una massa della Terra rimasta in orbita dopo un tremendo impatto,
compattata dal tempo e dall'energia d'attrazione del Mondo,
un satellite, una spada di Damocle che pende e pendola intorno a voi
in attesa di tornare ad impastarsi con il pianeta e tornare ad esserne un tutt'uno.
La vostra follia, se non controllata, vi porterà a scavare come matti
anche sulla Luna e ve la farete cadere in testa,
schiacciati dalla vostra stessa demenza.
Tornerete a vivere come i pulciosi che eravate
prima che arrivassero gli Dei.
Dei primati pulciosi tra sassi e clave.
Mangiatori di larve e d'insetti, di radici e di tuberi,
eravate dei flautolenti mangiatori di carne cruda
finché Prometeo non si sacrificò per voi.
Altro che il Gesù Cristo del piffero. >>
<< Gesù Cristo del piffero? >>
<< Il pifferaio magico per voi sorci appestati e divoratori di mondi. >>
<< Ma quella sulla Luna è una profezia? >>
<< Cosa? Sono un titano, non un'oracolo. >>
<< Ma è un'info certa? Spoilerata sicura? >>

Atlante senza guardarmi risponde << non c'è mai nulla di certo,
neanche nella morte. >>
Carica il mondo con la stessa mossa con cui un culturista
carica un bilancere ad una gara di pesi.
Si rimette in posizione plastica e sembra ingessarsi lì così.
Faccio per andarmene ma lui aggiunge:
<< Tienila pure la carta. Anzi scrivici qualcosa sopra. >>
<< Sulla carta? >> La indico con l'indice.
<< Ma no, caprone, intendo qualcosa a tema con la carta del matto. >>
<< Tipo??? >>
<< Non lo so, sorprendimi! Sei tu l'uomo che scrive. >>
Mi sento onorato dalla titanica richiesta.
<< Ok, scrivo qualcosa, anzi ho già un'idea! >>
<< Davvero? >>
<< Si, una cosa tipo "e se il matto avesse ragione?"
Per ri-svegliare tutti dal tacito consenso
e dalla condizione di "gregge" che vive temendo la "Legge". >>
<< Ma cosa vuoi ri-ri-svegliare va lá và.
Vabbè tu scrivi e poi vediamo.
Se mi dovesse piacere ne facciamo una tragedia e la portiamo a Teatro. >>
<< Davvero? >>
<< Sì. Sono di parola, non sono mica un umano.
E a proposito di follia, leggiti questo link.
Può esserti d'ispirazione. >>
<< Grazie! Leggi i nostri giornali? >>
<< Solo perché a volte intervistano i vostri più degni rappresentanti.
Casi rari. >>
<< Parla di Nietzsche, curioso. >>
<< D'altronde di un matto parlavamo... >>
Annoto il link tra le mie note.
https://www.larena.it/home/altri/interviste/elogio-della-follia-e-della-bellezza-nietzsche-ora-sarebbe-libico-1.2765673
<< Adesso sparisci che ho da fare. >>
Ubbidisco.

Il tram sobbalza e mi riporta ad oggi, anche senza quando e senza dove.
Sono solo un piccolo curioso niente con dentro un universo inverosimile
nettamente inverso all'infinito impensabile ma verosimile
in un universo che chi l'ha detto non sia irreversibile?
La verità é invisibile?

Dover scendere alla mia fermata mi occupa la mente
e mi distrae de repente.

Campolide.

Mentre aspetto un amico, Diogo,
vado al Pingo Doce a comprare il vino.
Fa un caldo da outback Australiano
ma con un buon vinho verde non si sfasa rapidamente.
Il piano è che gl'insegno a Diogo a fare gli spaghetti allo scoglio
in una versione Setubal con anche un paio di calamari freschi
oltre alle vongolette, aglio, prezzemolo fresco,
coentro non se ne parla neanche,
pepe, olio e quello che gli trovo tra gli scaffali in cucina.
Salsa, la polpa, il pulp del sughetto.
Approfitto al bar per un caffè ed un cornetto.

Mi trovo con Diogo ai tavolini all'ombra degl'alberi.
Ne rolliamo una e pregustiamo il menù.
Sono le 14:00 ma con questo caldo non c'è fretta di mangiare.

Inganniamo il tempo, il suo coinquilino spagnolo in casa
sta finendo di cucinare e pranzare,
così poi possiamo usare la cucina tutta per noi.
I coinquilini di Diogo stanno in para per il Covid
e non accettano visite esterne ma Diogo con me riesce sempre
a fare un'eccezione.
Conosco tra l'altro il coinquilino italiano
che non è ancora rientrato dalle ferie prolungate dalla 40ena
e avevo conosciuto di sfuggita la francese,
due lapislazzuli di occhi incastonati tra una spruzzata di lentiggini
e dei boccoli biondi, fu proprio un piacere.
Diogo m'anticipa che lei, Florianne,
ci sarà a pranzo, non si perde l'amico italiano che cucina.
Ottimo.


"La Madonna Balsamica!"

Esclamo io assaggiando il sughetto al 45º minuto.


Cuciniamo spalla a spalla, ce la chiacchieriamo,
nell'attesa ce ne rolliamo un'altra.
La francese và a prendere una bottiglia in più.
Dopo dieci minuti nel congelatore dato che veniva diretta dallo scaffale
la bottiglia di vinho verde Muralhas de Monção è fantastica.

Quanto ne vorrei un bicchiere adesso mentre sto scrivendo.
Giuro che domani me ne compro una.
Con questo caldo afoso di metà Luglio
due bicchieri e volo come una libellula su uno stagno d'intenzioni.
Sofà, bebè in spalla e filmone.

Torno da Diogo, lo spago merita.
Per arricchire l'aperitivo mi fa un sorpresa:
una bottiglia di Campari e arance dall'Algarve.
Mi chiede di fargli uno "Spritz sbagliato" dei mei.
Gli ricordo che lo Spritz "Sbagliato" che ho ideato in un party a São Felix
era con il Porto bianco. Ma un vino verde lusitano si sposa bene
con un aperitivo dolciastro italiano.
Le olive che avevo comprato cascano a fagiolo. Carnose.

Chiacchierando ciascuno dà la sua visione del mondo post-Pande.
Poi per fortuna si cambia discorso e si parla di vita, di viaggi,
di ricordi, dalle Gole del Verdon alle Ande.

Mi annacquo il cervello fino ad essere beato come un edonista
poi cerco di fare il responsabile ricordandomi degl'impegni in agenda,
le ultime risate erano così sguaiate che pensavo di slogarmi la mandibola.

Diogo barcolla ma si tiene occupato lavando i piatti.
La francese all'ennesimo bicchiere si scioglie,
dice che non uscire e non avere una vita sociale
la sta annoiando e la sta facendo avvizzire.
Io vorrei incendiarla con un fuoco di passione,
prenderla sulla scrivania della sua stanza profumata di lavanda
ma ho poco tempo libero oggi e devo approfittarne.

Devo ancora andare ad Olaias a restituire due opere
ad un amico Scultore Makonde.
Non metto piede nel suo atelier dal 2015.
Saluto tutti allegramente, scendo le scale fischiettando.
Ebbro e satollo.
Gonfio come un gavettone di Campari.

"Spleen" altro che Spritz.

Il mondo continua a pesare sulle spalle di qualcun'altro
e io che non sono certo un titano evito di andare a fondo
e continuo la mia traversata.

Sono solo le 18:00 ed è ancora lunga questa giornata.
Devo poi tornare a casa e scrivere qualcosa sul matto.
"E se avesse ragione lui?"
Penso ai matti che la TV c'ha sdoganato negl'anni.
Dal Joker a Shining, da... Troppi.
Più dei matti di paese.
La TV ne passa di follia.
Lo può confermare anche uno che studia Psicologia.
Devo giocarmi bene la mia opportunità
intanto che il mondo intorno a me fa esattamente il contrario
rispetto a quello a cui ambisco io,
le correnti sembrano volermi travolgere
mentre nel mio petto avanza impavido un galeone d'intenzioni,
sono una cannoniera, vele sempre spiegate,
un Signor "Nessuno" non certo Omericamente parlando,
sono solo un granello di zucchero di canna in una brodaglia di caffè nero,
me l'addolcisco il più possibile questa realtà,
conviene, anche questo è vero.











Testo di Simone Faresin.

Immagini: tarocchi tradizionali,
Camões a Lisboa,
Garibaldi a Gallarate
(c'è stato davvero, per riprendersi da una ferita di guerra)
e "dalle rose alle mascherine"
tutte offerte generosamente dalla rete.




La serie "Pane, Amore e Bifane" continua...






















Nessun commento:

Posta un commento