mercoledì 6 gennaio 2021

Caffè scorretto. "È morta Sonia"

 

6 Gennaio, arrivano i Re Magi! 

Oro, incenso e vaccino. 



Testo: Caffè scorretto. 

Musica: Hugo Kant + Gramatik + Bonobo - Special Coffeeshop Selection 

1º Livido Vinilico 2021. 



Il rituale del caffè per me é pura religione = stile di vita. 

Una vita di lusso, mi alzo e a parte le necessità biologiche lascio subito spazio ai vizi. 

Scendere al bar sotto casa e godermi un caffè espresso, uma empada quentinha o um pastel de nata, dipende da cosa trovo di fresco e dove vivo. E poi lui: il giornale.

A Gallarate era cappuccino e brioches con la Nutella, Corriere della Sera e se avevo voglia e tempo una sbirciata anca alla Prealpina, più che altro per studiare la programmazione e gli orari dei cinema. 

A Milano era caffè e basta, non c'era tempo per nient'altro, cribbio! 

A Principe Real era caffè e pastel, niente giornale, tanto non leggevo ancora in portoghese. 

A Lapa era caffè e la migliore empada de galinha de Portugal, non c'era il giornale e anche se ci fosse stato non potevo fermarmi a leggerlo perchè ero sempre in ritardo. 

A Saldanha era caffè e croissant francese entro le ore dieci o sparivano già tutti. Le colazioni all'Atrium Saldanha, una San Babila in miniatura, mezzo mondo ci lavorava dentro, pause pranzo comprese. 

Ad Arroios era caffè, croissant francês simples (il migliore in tutta la città, burroso, soffice ma croccante sulle corna, ben diverso dal concetto tuga di croissant, un sasso di cartone imburrato, gonfio come un bue morto dimenticato) e spremuta fresca, Menù Colazione alla Padaria per 2,70€ ma non c'era il giornale, c'erano le commesse belle e simpatiche. 

A Maputo era caffè e sandes de ovo com tomate e cebola e il giornale era il Savana. 

Nella Cedofeita era caffè e sandes mista, il giornale era il JN di Porto, quello che ha gli annunci erotici in mezzo, fonte d'ispirazione per i commenti più originali che si possano leggere.  

Ad Intendente era caffè ed empada de galinha, lettura attenta del giornale Público e a volte la zaffata di polline dal barista in pausa, intento a fare nuvole profumate ad ogni sbuffata. 

A Cacilhas era caffè e sandes mista, pane bello croccante ma niente giornale. In compenso: vista di Lisbona, Tejo e Margem Sul, aria più pulita e l'opportunità di nascondersi dal tempo e dal mondo. Nessuno ti verrà mai a cercare sul vecchio molo di Cacilhas, seduto al Sole tra vecchi pescatori, conciati e stropicciati come i loro stessi sigari. 

Ad Anjos era caffè e croissant de chocolate ou pastel se i croissant eran già finiti. Nel weekend brunch, anche da solo, il Benessere è egoista senza cattiveria. Público da leggere con calma anche se sentivo addosso gl'occhi invidiosi di chi voleva sfogliare lo stesso rituale. 

Qui nel Bairro Novo sono al top: caffè e fetta di pizza calda appena sfornata. E il pane è davvero buono. Notavo ieri che mezz'ora dopo essere stato sfornato sembra una focaccia ligure, senza l'unto. 

Peccato non ci sia il giornale Público. Questa è la vera perdita dal passaggio dal centro alla "perifeia". Un giornale interessante non si trova e figurati se mi permetto di comprare il giornale. Anni a leggerlo grazie allo sponsorizzazione del bar, non sarò mai uno di quelli che tiene aperto un editoriale. Piuttosto ne apro uno e poi lo lascio in eredità. 

Arrangiatevi a sopravvivere cantastorie! Come tocca a me ogni giorno dopo il caffè. 


Ma se non c'è il giornale da leggere? Scatta la conversa. 

E oggi il tema non poteva essere altrimenti data la notizia: è morta Sonia. 



I personaggi: 

- L'Espresso "LE" 

- Il Lungo "LU" 

- La Terza voce "LA" 


Fa così freddo sta' settimana che il bar tiene entrambe le porte chiuse. 

Il caffè scende caldo a ristorare l'animo infreddolito. 

LE poggia la tazzina sul piattino con due secondi d'anticipo su LU. 

LE: «Ma hai letto la notizia dell'infermiera morta due giorni dopo aver preso il vaccino?» 

LU, indisposto dall'argomento dimentica già il sapore del caffè per rispondere a caldo in nome della ragione: «Ma per favore, può essere benissimo una coincidenza, adesso solo perchè s'era vaccinata due giorni prima dev'essere per forza colpa del vaccino?» 

LE: «Oh, non ho detto che è stato il vaccino ma é una coincidenza curiosa, no?» 

LU: «Stanno vaccinando migliaia di persone e adesso solo perchè questa muore dovremmo cacarci sotto dalla paura? Ma per favore, non dare fiato ai Negazionisti e compagnia bella.» 

LE: «Ma quali Negazionisti? Mo' se ne parla come fosse una categoria riconosciuta.» 

LU: «Riconosciuta per le stronzate che dicono.» 

LE: «T'infastidisce che qualcuno abbia opinioni diverse dalle tue?» 

LU: «Sinceramente non me ne frega niente, sono solo stanco di sentir parlare di sta' storia qua.» 

LE: «L'infermiera era tra le prime operatrici sanitarie che si erano vaccinate il giorno 30 Dicembre, non aveva avuto sintomi indesiderati, stava bene, poi il giorno 1 ha avuto un malore ed è morta di colpo.» 

LU: «A Capodanno? E chissà che non si sia trattato di un malore per qualcosa che aveva mangiato o per qualcosa che aveva bevuto.» 

LE: «Qualcosa che abbia fatto reazione con il vaccino dici?» 

LU: «Ma che ne so, magari s'era pippata mezzo grammo a Capodanno e c'è rimasta, vai a capire...» 

LE: «E infatti le hanno fatto un'autopsia, dicono che la causa della morte non c'entra con il vaccino ma la cosa curiosa è che non dicono quindi di cosa sia morta...» 

LU: «Stanno solo speculando sulla morte di una povera donna.» 

LE: «Oh, la tipa in questione aveva 41 anni bro, solo un anno in più di noi...» 

LU: «Smattila di leggere queste stronzate, ti distraggono e basta.» 

LE: «Beh ma devi ammettere che è una fottutissima coincidenza.» 

LU: «Non ammetto niente, tanto tu il vaccino avevi paura a fartelo comunque, mo' non t'inventare scuse perchè é uscita la notizia che questa è morta due giorni dopo...» 

LE: «Ok, ma guarda per un attimo le cose dall'alto: in Belgio, dove c'è la fabbrica della Pfizer, sono in ritardo sulle vaccinazioni o ne hanno comunque fatte poche rispetto ad altri paesi, nonostate la logistica favorisca la distibuzione avendo l'azienda in casa e qui da noi, a Porto, una di 41 anni muore dopo solo due giorni per un malore improvviso. Forse non hanno fretta di vaccinare in Belgio per evitare che spuntino numerosi casi prima che il prodotto sia stato già venduto altrove...»  

LU si alza dalla sedia, poggia i pugni sul tavolino e guardando LE negl'occhi: «Io le guardo le cose dall'alto e vedo un coglione che si lascia affollare la testa dall'ennesima storia scritta proprio per confonderti le idee e lasciarti a brancolare nel buio dell'incertezza. E adesso alza il culo che oltre alla morte c'è un'altra certezza, dobbiamo finire il lavoro o non ci pagano.» 

LE: «Ok, ma devi ammettere che è strano, han fatto l'autopsia per verificare il nesso con il vaccino che è ancora sperimentale e hanno detto che non c'entra ma non hanno detto quale fosse la causa della morte dell'infermiera!» 

LU: «Vaccino o non vaccino si muore comunque, è questo che la gente s'è dimenticata tra una cazzata e l'altra. E adesso muoviti, paga i caffè che oggi tocca a te.» 

LE: «Ok, ma devi ammettere che c'è una bella differenza tra morire ed essere ammazzati! Come pagarsi il caffè o farselo offrire, c'è una bella differenza!» 

LU esce ad accendersi una sigaretta, LE si avvicina al bancone per pagare i due caffè. 

Al bancone LA sta facendo colazione con una tosta e um garoto. I due si osservano un istante e si scambiano un cenno di saluto, mentre LE conta con l'indice destro le monetine che ha nel palmo della mano sinistra, LA beve un sorso per mandare giù il boccone, poi si avvicina a LE e gli dice: «Ho letto anch'io la notizia dell'infermiera morta a Porto due giorni dopo il vaccino. Ma se non sanno neanche cosa c'è dentro al vaccino, cosa vuoi che possano cercare con l'autopsia? Se non sai neanche cosa dovresti trovare, a cosa vuoi che serva fare l'autopsia?» 

LE rimane in silenzio e a bocca aperta per un attimo. «Pois...» 

Paga l'euro e venti centesimi per i due caffè e raggiunge il collega fuori in strada. 

Mais um dia da affrontare, meglio non pensarci, meglio andare a lavorare, sempre che non si abbia di meglio da fare. 

Inclino bene la mia tazzina ancora tiepida per far scorrere giù l'ultima goccia di caffè pregna di zucchero, poi l'abbandono sul tavolino insieme al piattino, al cucchiaino e al tovagliolino accartocciato. 

Rimango un attimo in fissa sul programma in TV pensando nella tragedia che stiamo vivendo, una tragedia piena d'inganni e di lacune.

L'inganno è un'arte umana ereditata da Dio. 

La trama ormai è così fitta che anche chiamando Arianna non se ne esce facilmente da questa matassa di eventi e di informazioni discordanti. 

Peccato che finiamo sempre tutti divisi nonostante siamo ancora così tanti. 

Pago il conto e "até amanha, se Deus quiser."




Pois.










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