Fatti di Moz
Cronache di una
rivoluzione tropicale.
“Fatti di Moz”
di Simone Faresin
Mi sono innamorato del Mozambico
nel 2015, amando la natura ho trovato in quest’altro tropico una sua espressione
sublime, selvaggia e ancora spontanea.
Nonostante la maggior parte della
fauna sia stata uccisa per contrabbando o per alimentare i guerriglieri durante
decadi di conflitti, il Mozambico è un paese stupendo e ricco in biodiversità.
Non solo, nel sottosuolo è anche
pieno di risorse minerarie che fanno gola a molte imprese.
Più che da un “mal d’Africa” sono
ormai affetto dalla necessità di tornare in questo paese dove ho già vissuto
per più di due anni e con cui ho legami profondi. Il Mozambico è una nazione
giovane, indipendente da 49 anni, ex colonia portoghese, la mia vita a Lisbona
è stata la porta d’ingresso per il continente africano che sognavo di conoscere
da vicino.
Imparando il portoghese ho più
facilmente accesso al Brasile, all’Angola, alle belle isole di Capo Verde, alle
lussureggianti isole di São Tomé e Príncipe, alla Guiné Bissau e al Mozambico.
Nella mia seconda visita, nel
2022-2023, grazie alla simpatia che i paesi lusofoni nutrono verso la cultura
italiana, ho iniziato a pubblicare, di forma indipendente, un progetto chiamato
“Manga Livre” in italiano e in portoghese, nella stessa edizione, per
facilitare l’interpretazione dell’italiano avendo sotto mano la traduzione, e
viceversa per chi è curioso di conoscere la lingua di Luís Camões (poeta
portoghese del 1500).
Nonostante fossi consapevole
dell’instabilità politica che attraversa la maggior parte dei paesi africani,
sono rimasto sorpreso come in un terremoto assistendo agli improvvisi movimenti
tettonici della Repubblica Mozambicana, da Ottobre 2024 ad oggi, 25 Dicembre
2024. Soprattutto dato che da metà Novembre mi trovo proprio qui.
Sotto al Tropico del Capricorno,
a Maputo, capitale del Mozambico.
Le poche decorazioni presenti, la
temperatura generosamente calda e la tensione post-elettorale in corso, mi
hanno fatto quasi dimenticare che è Natale.
Sto lavorando ad un progetto per
promuovere dei giovani artisti mozambicani che si esprimono sui fatti in corso
attraverso testi rap, testi poetici o con una lettera aperta. Ho in testa anche
delle riprese video e delle interviste per arricchire di contenuti il progetto,
ma quello che conta per adesso sono le musiche che abbiamo registrato in
studio, i messaggi audio, 8 tracce per raccontare una parte di questa storia
dell’altro tropico fuori da ogni aspettativa.
L’obiettivo, oltre alle musiche,
è una pubblicazione (cartacea e digitale) con le cronache, i testi delle
musiche tradotti, poesie e riflessioni sul momento storico in corso. Il
progetto si intitola “Nova Era” (Nuova Era) per dare risalto all’uso dei social
fatto da “VM7” Venâncio Mondlane e dal suo staff invisibile, e di come
influisca in tempo reale sulla vita del paese.
Con questo testo intitolato
“Fatti di Moz” introduco invece il progetto letterario “4E20” dove riassumo i
principali passi che hanno portato alla rivolta in corso in Mozambico, partendo
a ritroso da oggi, il giorno di Natale del 2024, giornata solare non
indifferente.
Se i principali giornali non
parlano del Mozambico è solo per scelta o per complice indifferenza. Il paese
sta attraversando una rivoluzione e sta scrivendo una nuova storia.
L’uso di smartphone e dei social,
permette di avere testimonianze di incidenti, assalti, omicidi in tempo reale
per tutti i mozambicani e per le persone interessate alle vicende attuali, che
stanno ispirando anche altri paesi vicini e altri paesi lusofoni, lamentandosi
dei propri governi, definiti inefficaci, a distanza di anni, nella lotta contro
la fame e la povertà dei cittadini.
Sto scrivendo le cronache di
queste giornate che sono pagine di storia fresca, non avendo l’abitudine di
tenere un diario a volte è difficile raccontare tutto a tempo, rivedere i testi
e correggerli prima che sia già passata la tempesta, la sfida è abbastanza
grande non avendo una redazione a disposizione.
Poi arrivano fulmini a ciel
sereno come è successo oggi, per ben tre volte, e mi rendo conto di quanto sia
urgente trovare una soluzione alla rivolta scoppiata in Mozambico.
Stanchi di menzogne e illusioni
elettorali, i mozambicani hanno iniziato a manifestare da Ottobre, un crescendo
di proteste sempre più esplosive e, forse, oggi la reazione è già arrivata ad
essere fuori controllo.
Il popolo rigetta i risultati
delle elezioni del 9 Ottobre, date vinte dal partito al potere da 49 anni, con
un candidato che ha la sfortuna di essere stato scelto per un ruolo “bruciato”
dall’attuale malcontento popolare. I cittadini sono convinti della frode
commessa, non è una novità, la differenza sta nel fatto che a questo giro la
maggior parte della popolazione è sicura di aver votato la nuova alternativa
per il paese: Venâncio Mondlane, il candidato sorpresa del 2024 con il partito
PODEMOS. O Partido Otimista pelo Desenvolvimento de Moçambique.
Questo carismatico candidato, nel
2023 era stato già presentato dallo storico partito all’opposizione (RENAMO – A
Resistência Nacional Moçambicana) per le comunali nella capitale.
Venâncio vantava già un grande seguito e la popolazione si ritrovò a lamentare
la vittoria rubata dal partito al potere, il FRELIMO (O Fronte de
Libertação de Moçambique, vincitore della Guerra Coloniale contro i coloni
portoghesi nel 1974 e unico partito al potere da allora) generando grandi
proteste e l’abbandono di Mondlane dalla RENAMO, offeso per non essere stato
difeso dal partito e motivato ad aprirne uno suo, consapevole di avere dalla
suo il popolo.
Venâncio Mondlane è tanto amato
dal suo elettorato che attualmente sta comandando il paese attraverso delle live
sui principali social network (Facebook e YouTube). I suoi discorsi vengono poi
condivisi anche su altri social ma quello che dice viene preso alla lettera. Da
Ottobre ha orchestrato e gestito 5 fasi di protesta che hanno letteralmente
messo in ginocchio il paese. Frontiere chiuse, voli cancellati, prenotazioni
cancellate, mancanza di viveri e carburante, economia paralizzata. Il tutto per
portare allo sfinimento il regime che sta saccheggiando i beni dello Stato,
spartendo in modo ingiusto le ricchezze del paese.
Uno scenario spesso dato fin
troppo per scontato parlando di “Terzo Mondo” ma in realtà il Mozambico è lo
specchio di qualsiasi democrazia malata che vede a rischio i valori sanciti
dalla propria Costituzione. I governanti hanno rubato davvero troppo e la
popolazione ha realmente fame.
Venâncio ha aperto gli occhi al
suo popolo: sono tutti consapevoli che il governo attuale mente e che serva
alternanza politica e visione per gestire un paese ricco di risorse naturali e
con una popolazione giovanissima proiettata verso il futuro.
Nessuno poteva aspettarsi un
leader politico che, presente virtualmente per tutelare la sua vita (è già
scampato a vari attentati), riesce a farsi ascoltare e a direzionare la
popolazione verso proteste massicce che obbligano il governo a dover prendere delle
misure drastiche, minacciato dalla sete di vendetta sociale che imperversa
nelle strade del paese.
L’aeroporto è pieno zeppo di
gente in fuga. Io ho lasciato stamane la città in barca, per spostarmi su
un’isoletta tranquilla dove posso scrivere e continuare il mio progetto Nuova
Era.
Mentre i due motori da 130
cavalli ciascuno mi spingevano lontano dalla Baia di Maputo, all’orizzonte
vedevo sollevarsi le colonne di fumo nero degli pneumatici bruciati lungo le
barricate improvvisate, uno scenario da guerriglia urbana.
Nel pomeriggio hanno iniziato a
circolare video di sparatorie e dell’evasione in massa dal Carcere di Massima
Sicurezza. Parlano di seimila reclusi scappati, forse è un’esagerazione ma se
fossero anche solo mille sono comunque un gran numero. Alcuni armati,
infervorati dal contesto rivoluzionario, rendono il paese un barile di polvere
da sparo pronto ad esplodere. Um barril de polvora.
Una cantante che collabora al mio
progetto, Sistah Afrika, oggi è dovuta andare al Pronto Soccorso con la figlia
di 2 anni, intossicata dal gas urticante dei lacrimogeni. Nel suo bairro
era in corso una sparatoria e i lacrimogeni, usati in spazi ristretti,
affumicano le case dei civili.
Sono consapevole che può non
sembrare molto grave agli occhi di un pubblico abituato agli orrori di Gaza e
della Guerra in Ucraina, ma garantisco che è comunque una situazione che ha
bisogno di un intervento rapido e di una mediazione tra il governo e la
popolazione. L’economia è già al collasso in un paese tra i più poveri al
mondo. Un mondo dove si pronunciano pubblicamente troppo poco le parole “Pace”
e “Dialogo”, questo scenario mozambicano ha bisogno di ricevere ben più che una
mano.
Non si tratta del classico
assistenzialismo ma di ricucire il contatto tra la testa che governa
ottusamente il paese e il suo corpo, la popolazione, affamata e stremata dalle
menzogne e dalle misere condizioni a disposizione.
Qualcuno ha rubato troppo, altri
soggetti fomentano la confusione e ad andarci di mezzo sono sempre degli
innocenti e gli imprenditori che mantenevano vivo il tessuto economico do
dia a dia del paese.
La febbre tropicale, questa
volta, ha colpito il paese intero.
La Malaria è nel sistema che
governa.
Probabile un colpo di stato o
qualcosa a cui non sono neanche preparato. La Polizia è tra l’incudine e il
martello. L’esercito, avendo giurato fedeltà al popolo e alla bandiera, non si
è ancora mai messo contro ai manifestanti, creando un certo rispetto reciproco.
Resta il fatto che il popolo
mozambicano dimostra che ad unirsi e a decidere di esigere che sia fatta
giustizia, si può bloccare un paese e rivendicare i valori della Costituzione.
La Costituzione si rivela l’ultimo baluardo per un’umanità in costante attrito
con il sistema capitalistico che stritola il mondo.
Imprese potenti più di intere
nazioni, una élite ubriaca di potere, un “Big Brother” africano presente
sui social e sulla bocca di tutti, che dirige la rivolta attraverso gli schermi
degli smartphone e attraverso radio e televisioni, che infiamma i dibattiti e i
forum socio-politici, che rivoluziona il concetto di vita digitale, uno
scenario che sembrava degno di romanzi e serie tv, è diventato il quotidiano di
questo paese africano. Cyberpunk africano.
Restate online.
Inhaca, 25 Dicembre 2024.
Simone Faresin
+258 86 132 6362
Whatsapp +239 981 4679
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