giovedì 12 dicembre 2019

Le Sardine di Lisbona contro Salvini.



Le Sardine di Lisbona contro Salvini.

Testo: Simone Faresin.
Musica: Lucio Dalla - Come è profondo il mare.


Pausa caffè. Sulla bustina dello zucchero ci sono delle sardine.
Per la prima volta non penso subito a Sant’Antonio, 
a Giugno e ai fumi acri delle grigliate campali che si estendono per ogni vicolo, beco, terrazzo o quintal, da Alfama a Madragoa. 
Le osservo e non penso alle sardine salate e grigliate e ai fiumi di birra fresca, penso alla manifestazione di sabato 14 Dicembre 2019.

In varie città del mondo migliaia di italiani e di simpatizzanti si uniranno pacificamente per dire un “No!” all’odio, al razzismo 
e al clima intollerante che trasuda dalla politica stagnante.




La prima volta che ho sentito parlare delle 6000 Sardine 
e della manifestazione di piazza a Bologna il 14 Novembre 2019, m’ha colpito il nome “le sardine” e mi ha colpito che ci sia stato finalmente un segnale di vita in una piazza d’Italia, 
la dimostrazione che il Bel Paese non sta in un coma cerebrale.

La macchina del fango non ha tardato a cercare di insudiciare la bella operazione di gruppo espressa con un affollatissimo flash mob finito tra canti, gioia e messaggi di speranza. 
Che vincano l’Amore e la Cultura contro le forze del male, 
contro la tossicità del pensiero populista, 
contro i sovranisti e contro tutto quello che non capisco 
e che non condivido, a naso, a pelle, a squame.
Meglio di niente. E dopo? 

Si vedrà, intanto la soddisfazione di fare un evento anti-fascista 
e contro l’odio e il razzismo fa sempre bene. 
Non sono tematiche scadute o legate al passato, 
sono come un’edera infestante, costante, ancora presente, 
ancora da sradicare dai pensieri popolari che ogni tanto, 
quando MES-si sotto pressione, attingono acqua dal pozzo 
lugubre e insalubre dell’ignoranza.

Ogni volta che i cervelli di un popolo vanno in black out, 
bisogna impostargli nuovamente l’orario e rimetterli al calendario corrente. Dicembre 2019, non 1929. E se va bene a me, 
buon viaggio spazio-temporale a todos. Da zero al 2020. 
Duemila eventi. 
Grandi mutamenti.

C’è chi vuole vedere cambiare qualcosa, chi vuole sfogarsi 
e gridare entusiasta, chi vuole cantare “Bella Ciao”, 
c’è chi vuole rivedersi in piazza, c’è chi vuole evolversi 
e il flash mob delle Sardine è un’ottima occasione per farsi sentire.

Inutile pretendere che questa nuova iniziativa salvi il mondo. 
È appena iniziata, diamogli tempo. 
Non possiamo aspettare una nuova generazione di supereroi, è meglio fare qualcosa adesso e stare insieme è una scelta fondamentale. Il branco. La forza del gruppo. 
L’importante è non abboccare come pesci per non finire fritti.

La finanza che viaggia e si trasforma alla velocità della luce, l’economia selvaggia, le nuove tecnologie sdoganate senza controllo, tutte cose che rischiano di farci friggere davvero, partendo dalla testa che più é vuota e più la puoi farcire con quello che vuoi, anche solo di reclami pubblicitari. 
Mettiamo il sale in queste zucche, sciogliamo i dubbi superflui, bisogna agire e basta, una volta dato lo scossone ci sarà un nuovo assetto e una nuova formazione.

Concordo con chi dice che i temi espressi nelle proteste dei Colletti gialli in Francia siano più concreti, ma chi l’ha detto che non si faccia a tempo a fare un bel frullato d’intenzioni? 
E poi si sa che i Francesi ci sanno fare con le Rivoluzioni.

Mattia Santori, Andrea, Giulia e Roberto e tutte le Sardine forse non saranno esperti di Geo-Politica, strateghi o maghi della comunicazione ma incarnano una sensazione: adesso o mai più.
Tra l’altro uno degli organizzatori era stato a Lisbona, quindi il nesso con il simbolo non è assolutamente casuale.

E per chi come me da Lisbona vede un simbolo di festa come le sardine diventare un simbolo nelle piazze italiane, sembra dare ancor più valore alla città in cui viviamo e al perchè ci stiamo: per non sentire più le porcate dei politici nostrani, per non vivere più con questa nevrosi intellettuale sconcertante.

Dalla scatola alle piazze. Sperando non sia una versione aggiornata del detto “dalla padella alla brace”.

Quello che mi piace ancor di più é l’attesa del 15 Dicembre, 
il giorno dopo, quando ci si chiederà “e adesso?” 
Quo vadis baby?

Perchè dopo “la mossa del cavallo” questa mossa coi pedoni è necessaria ma poi la partita si apre sul serio e ci sarà da discutere una strategia, condividere nuove idee e ci sarà spazio per dialogare, quello che dimostra che siamo una società e non solo degli utenti associati a dei numeri.

Ben venga questa grigliata, ops, volevo dire: questa manifestazione. Dal cassetto del tempo spolvero un testo che avevo scritto per presentarmi a questa città ghiotta di sardine. 
Vedo che è ancora attuale: “Rifiutate l’amo.”

Recusar o anzol.

Os vossos telemóveis, os palmares, as vossas televisões,
os jornais, as propostas eleitorais e as promessas
com as quais recheiam o pão diário,
tudo isso são as grandes Mentiras!

Não pretendo que mudem, não pretendo dizer-vos o que fazer,
mas pretendo que percebam que a Vossa maneira de fazer
alimenta o sistema que cada dia consome 
e usurpa recursos únicos e naturais.

São cúmplices, todos o somos, 
desde que compramos e consumimos sem critério.
Somos cúmplices, todos o somos, até não acabarmos com essa palhaçada mascarada de Democracia e Liberdade aparente.

A cada proposta os consumidores mordem o anzol como peixes,
e acabam por ser assados! Presos entre dívidas e juros.

Portanto, se não querem ficar "fora de jogo", 
se não querem ficar de lado enquanto o outro progride, 
tenham em conta que já a partir das nossas ações diárias 
temos que mudar de atitude.

NÃO MORDAM!
RECUSEM O ANZOL!
E SERÃO LIVRES E CONSCIENTES!


Bacalhoeiro, 1º de Abril 2012, Lisboa.
ArtCasa, 1º de Abril 2014, Lisboa.
CREISPU, 1º de Abril 2016, Maputo.
Espaço Compasso, 1º de Abril 2018, Porto.

(Eventos "Frito como um peixe")




Foto e testo di Simone Faresin. 




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