sabato 27 marzo 2021

Breve Storia di una festa Pasquale.

 

Titolo: Breve Storia di una festa Pasquale. 

Musica: Pico - Puto Prata feat Dj Habias 

Serie: Vicini di casa che chiamano gli sbirri. 


Esco per fare quattro passi e fumarne una. Sono stufo di tutto o quasi, nel bairro non c'è nessun'altro movimento se non il mio, passi lunghi e ben distesi, tutti a tavola a mangiare o in poltrona davanti ad una tv o sai tu che si fa certe notti con un weekend castrato in partenza da un'ennesima Restrizione. Sono il solito lupo solitario che attraversa il quartiere a piedi, senza illusioni che possa incontrare un'oasi con birra spillata fresca e gente con cui conversare. 

C'è così silenzio per strada che appena passa l'autobus lo spostamento d'aria e lo sbuffare degl'ammortizzatori dello snodato 210 diretto al Colegio Militar sembrano poter smontare le case come carte lungo la stretta Rua da Liberdade. Subito dopo sento una voce, non capisco da dove provenga ma sembra diffusa in stereofonia, poi capisco. Dalla finestrella aperta nel sottotetto del palazzo giallo all'angolo sento e vedo chiaramente uno dei tanti ragazzi afro che ci abita, parla alto, bello convinto, forse sta facendo una diretta facebook. Parla in criolo ma capisco che dice <<Iniziamo a fare festa da stasera fino a Pasqua, não falha nada!>> 

Dalle ombre e dai movimenti capisco che nello stanzino in cui si trova ci sono almeno altre due persone, sulle pareti e sul soffitto si rincorrono incessantemente le luci colorate blu e fuxia tipo discoteca, il gruppo è bello lanciato. 


Mi riporta all'adolescenza e ai miei amici, ci ritrovavamo in un vecchio bunker della Seconda, diventato poi uno studio di registrazione improvvisato con le scatole delle uova come pannelli fono-assorbenti e poi la nostra "tana" per feste, serate indimenticabili, sigarette, alcolizzate, limonate, e numerosi riti d'iniziazione alla vita dei grandi. E come non invidiarli? Niente di meglio al mondo (e nell'universo intero) di un gruppo affiatato di amici. Un gruppo, una banda, una galassia in espansione. Mille nuovi capitoli che si scrivono ad ogni incontro, ad ogni uscita. Storie condivise che s'intrecciano a destini e a svolte epocali. 

La loro musica afro sta bombando bene ma è piú la voce convinta del tipo a richiamare l'attenzione, sembra un convegno in diretta. Il tempo di girare l'angolo opposto e noto da una villetta un vicino affacciato che cerca di capire chi stia facendo il convegno. Una costruzione inacabada  nel mezzo gl'impedisce di vedere la finestrella aperta da cui arriva la musica e il vociare della festa. 

Si accorge di me, siamo due silhouette nel buio, riesco a percepire il suo sguardo interrogativo, nello stesso istante il pezzo musicale pompato dalle casse affronta il crescendo, a me scappa da ridere. Arrivo al parchetto, sono ormai a circa duecento metri in linea d'aria ma la voce del tipo è ancora distinguibile tra i BPM accelerati della musica. 

Faccio il mio giro fumando tranquillo, niente stelle stasera, foschia in cielo e Luna quasi piena, piena come un'uovo di Pasqua. Sono a circa cinquecento metri in linea d'aria e ancora li sento, qui da me è tipo una valle e il suono rieccheggia che é una meraviglia. In alto, sul fianco destro c'è il Centro Commerciale Dolce Vita, adesso si chiama UBBO e lo gestiscono i cinesi. Poco più avanti la rotonda delle cinque palme. Adoro il dettaglio delle cinque palme che si stagliano sul cielo e lo sfondo con Lisbona fino a tuffarsi nel Tejo, mi ricorda altri posti contraddistinti da cinque palme vicine tra loro: un lungomare a Porto Cesario in Salento, col muretto come punto di ritrovo sociale; a Porto nel giardino del Palazzo di Cristallo (in realtà sono sette) e una via di Inhambane in Mozambico. E chissà quanti altri posti caratteristici esistono con cinque palme messe in fila, in riva al mare o lungo un arsenale, da Luanda a Nur-Sultan, da Denver a Puerto Escondido, anche se non li conosco tutti sti posti ci credo, mi fido. 

Una pattuglia della Polizia coi lampeggianti azzurri accesi passa proprio ora, vuoi vedere che va alla festa dei ragazzi? Continuo a sfumazzare, torno sui miei passi, non voglio fare tardi, voglio sedermi al pc e scrivere tanto stasera. New Error, Who the fuck is Henry?? e altri appunti. Sta nuova Luna piena in arrivo mi sta caricando stra-bene, strabella

Ho un botto di cose da fare e sfide da superare e ce la devo semplicemente fare porcaputtana. Devo farcela e punto, devo essere paziente, calmo, passo passo e affronto tutto. Intanto che ripasso sul ponte/diga del ruscello che da vita alla Valle delle Canoe, noto che i lampeggianti azzurri stanno risalendo la Rua da Liberdade, ma vuoi vedere che vanno davvero dai ragazzi al party? Meglio non ripassarci da lì proprio mentre arrivano loro, prendo il sentiero opposto che passa da sotto. 

La musica risuona ancora mentre scendo lungo il sentierino sterrato tra il parchetto e un parcheggio che da sulla via principale. La sento ancora insieme al loro entusiasmo. Giusto così, mai smettere di crederci. A cosa non lo so ma l'importante è crederci. Bella lì e avanti tutta. 

Danzare per darsi coraggio o per festeggiare un rituale. Siamo una tribù silente gigantesca, estesa, nessuno lo ammette ma siamo sullo stesso sasso che rotola nello spazio. Un'orbita scritta dalle Leggi della Fisica o da Chi di Leggi non ha bisogno. Ci siamo dentro tutti insieme ma ognuno si esprime quando è toccato dentro nel modo giusto e al momento certo. E per il loro vicino che ha chiamato la Polizia non era la serata giusta e probabilmente non lo sarà mai. 

Devo trovare un casolare isolato dove far scatenare feste senza preoccuparsi di niente e di nessuno, far straripare gioia e sorrisi "finchè batteria non ci separi". Come i Prodigy che avevano un intero castello in Scozia per fare feste. La aggiungo alle altre idee in cantiere oltre alla riapertura del Secret Garden: la CHAPADARIA, il Club dei Sorci Verdi e... E il Café Clandestino è giá passato dal momento che è tornato legale potersi bere un caffè al bar, almeno take-away a parte al Café Clandestino, dove posso continuare a berlo in tazza e comodamente seduto al tavolino + conversa tra amici. Che lusso gente! 

Rientro in casa. Fine intervallo. 



Testo, idee e passeggiata di Simone Faresin.




"Non esiste niente di meglio al mondo (e nell'universo intero) di un gruppo affiatato di amici. Un gruppo, una banda, una galassia in espansione. Mille nuovi capitoli che si scrivono ad ogni incontro, ad ogni uscita. Storie condivise che s'intrecciano a destini e a svolte epocali."


27 Marzo 2021, attimi allo scoccare dell'ultima ora legale. 





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