mercoledì 18 marzo 2020

"Pande" 3 racconti brevi come starnuti. 3/3


"Pande" 3 Racconti brevi come starnuti. 3/3


Dio? È un ubriacone molesto.






Lisboa, 1ª 40ena, Março 2020. 


Livido Vinilico nº 7 di Simone Faresin. 

Musica: Piero Ciampi - Adius 


Intro. 


Andrà tutto bene, sì certo. 
Intanto m'organizzo tipo Robin Hood con altri baldi giovani 
per tornare a vivere nei boschi.  
Un'Armata Brancaleone alla nostrana, 
pronti a darci alla macchia 
appena la città diventerà una trappola per topi. 
Come quando? 
Dopodomani al massimo o tra un mese. 
Che differenza fa? 
Da adesso si può riscrivere tutto, 
siamo ad un reset forzato delle nostre attività quotidiane 
e non si tornerà come prima, 
perché il cambiamento è già in corso. 
Avere l'opportunità di riscrivere le regole gioca sempre 
a favore di chi sa applicarle e di chi sa sfruttarle.

Il nostro manto sociale indoor che s'appresta ad affrontare 
questa novità epocale spaventosa tanto quanto invisibile, 
dovrà poi esigere di avere un sistema più organizzato 
e strutture mediche adeguate 
per non farsi mai più cogliere impreparati. 
Da questa esperienza dobbiamo guadagnarci in umanità. 
Non sia mai che diventiamo come "gli spaziali" di Asimov 
che vivono costantemente distanti e comunicano 
solo attraverso video-chiamate. 
Dobbiamo cadere come uno stuntman 
e rialzarci per andare avanti, 
approfittando a cambiare gl'abiti che non ci vanno più, 
tutti quelli che ormai riconosciamo nocivi e superflui 
e quelli infetti e gl'ormai son stretti.  

Viviamo un'epoca così agitata e surreale, 
ancora legata ad una violenza primordiale, 
dove riuscire a dimostrare che siamo esseri 
intelligenti e coerenti 
già sarebbe un'evoluzione.  
Il popolo dovrà esigerlo, se ne avrà tempo. 
Se non saremo troppo occupati a capire come servire 
il nuovo padrone. Perché ci sarà un nuovo padrone 
a cui essere devoti. Questo terremoto sociale scatenato dal virus 
mostrerà a tutti chi è forte e chi ha saputo gestire l'emergenza. 

Tutto quello che potete comprare online è prodotto e spostato 
da grandi imprese che dominano l'economia mondiale. 
Queste imprese o multinazionali o megacorporazioni 
che sono presenti ovunque, 
a loro volta non sono altro che giocattoli agl'occhi di chi 
governa realmente il mondo terrestre. 
Agl'occhi di chi decide 
il bello e il brutto tempo. 

Da epoche remote varie razze hanno governato su questo "nostro" pianeta. E il rituale continua ancora. Non importa chiamarli Dei, Governatori, Potenti, sono quello che sono: creature biologiche corrotte dal potere e dal livello inimmaginabile di prestigio e influenza mondiale che sentono di avere ad imporre ogni loro volere. 

A tutti loro, senza dover aspettare di avere quarant'anni, 
sento di voler dire "ma vaff'anculo!". 
Perché ai loro occhi saremo sempre e solo schiavi. 
Ai miei occhi loro saranno sempre un mistero 
e dei grandi "paraculi". 

E Dio? Dov'entra in tutto questo? 
N'do'sta? 
Dove? Nascosto in un bunker? 
Ovunque sia già sapeva. 
Vuoi vedere che la nostra esistenza è come 
una partita a scacchi? Dio perse una partita una volta, 
non so contro chi, fatto sta' che quando capì che aveva perso, 
calcolando mentalmente le mosse, 
non aspettò l'inevitabile scacco matto 
e abbandonò il gioco. 
Ecco, la nostra esistenza è come quella partita, 
anche se destinata ad andare male, si avanza fino 
allo scacco matto. Inevitabile o meno, 
ci girano comunque i coglioni e questo, 
ne sono sicuro, è un gesto stizzito divino,  
che abbiamo eridato da chi c'ha creato, 
dal nostro "Creatore & Co." 
uno che non era abituato a perdere. 


Dio? È un ubriacone molesto. 


In un'isola dell'Atlantico 
che non compare sulle mappe ufficiali. 


Ad una riunione ultra-segreta in un bunker sotterraneo 
partecipano i cinque capi più potenti del mondo. 
Al tavolo ci sono: "La Signora" una vecchia stronza acida 
che comanda l'Europa, "Mama Africa" una giovane 
sempre incinta e ricchissima che regna sull'Africa equatoriale e a sud, "Xi" un vecchio saggio cinese con dei baffi ed una barba bianca lunga sei metri che comanda l'oriente ed il sud-est asiatico, 
"il Principe" un gigante moro bardato come un beduino 
che controlla il nord'Africa ed il medio-oriente
e "Krock" un rettile sanguinario che puzza di carogna 
che vive sotto ad una fogna ma comanda le Americhe, i Poli e l'Oceania. 

Al tavolo esagonale c'è ancora un posto libero. 
Manca qualcuno. 
La Signora è visibilmente scocciata per l'attesa. 
Il Principe sorseggia un tè con Xi. Krock divora una costoletta d'agnello. Mama Africa fuma, beve e ride da sola guardando dei video su Instagram.  
Si apre la porta scorrevole ed entra Dio. 
In carne ed ossa e pure alticcio. 

Tutti lo sentono chiaramente ruttare sommessamente quando entra. 
Avanza con passo incerto verso la sua poltrona. 
Alto, imponente, capelli lunghi e barba incolta, vestito con una tunica sporca e bagnata di vino. Ha una corona d'alloro in testa e una giara sottobraccio che trabocca vino rosso ad ogni suo passo indeciso. Prende posto e guardando i presenti sbiascica burbero: 
<< Facciamo presto, c'è una festa Romana incredibile a Tel-Aviv, non posso perdermi il meglio per stare qui ad annoiarmi con le vostre sciocchezze. >> 
La Signora sbotta subito adirata: << Come osa chiamare sciocchezza questa nuova piaga? E poi non doveva essere un virus che colpiva solo i neonati? >> 
Dio la guarda sorto. << Ho cambiato idea, brutta stronza. Cos'hai da lamentarti? Tu sei sempre al sicuro, qualsiasi cosa succeda, bruciasse il mondo tu staresti comunque con il tuo culo flaccido al sicuro! >> 
Krock quasi si strozza con un ossicino pur di esultare a ruota sulle parole di Dio: << Bruciarlo, si! Bruciamolo! Bruciamoli tutti! >> 
<< Calmo Krock. Ricordati che ci servono ancora le nostre care formichine operaie. >> Sogghigna Dio. 
Ma Krock insiste e sbava sul tavolo mentre parla. 
<< Siii, facciomoli arrosto, belli croccanti! >> 
Mama Africa vedendo Krock agitarsi al tavolo si accorge che è arrivato Dio e che stanno discutendo, si toglie le cuffiette bluetooth e si finge interessata alla discussione. 
Il Principe e Xi osservano in silenzio. 
Dio beve un sorso lasciando scorrere fiotti rossi anche lungo le guance e giù per il collo, la barba non riesce ad assorbire tutto il vino che sgorga copioso dalla giara come fosse una sorgente di montagna. Poggia rumorosamente la pesante giara sul tavolo e trona a guardare di traverso la Signora. 
<< Devi solo tacere tu o ti faccio stuprare da un branco d'immigrati. >> La Signora digrigna i denti e poi gli abbaia contro un: 
<< Fai schifo, porco! >> 
Dio la ignora e si rivolge agli altri. 
<< Ho deciso di eliminare i vecchi e i deboli ma soprattutto i vecchi che sanno troppo, si lamentano troppo e con le loro pensioni aiutano ancora figli e nipoti. Tra l'altro voi stronzi mi avevate garantito che con le nuove tecnologie si sarebbero rincoglioniti tutti e invece si stavano organizzando anche meglio! In Italia c'erano convegni a raccontare ad ogni stronzo la verità sulle antiche scritture, altro che rincoglioniti! Da adesso facciamo come dico io. Diamo inizio ad una nuova epoca, dove gli umani conosceranno la verità che non esiste un solo Dio e conosceranno la famiglia da cui discendo. Capiranno che non contano un cazzo, glielo spiattelliamo in faccia. I giovani dovranno lottare per garantirsi un futuro e faremo delle selezioni. >> Intanto che parla gesticola animatamente con le mani ed è sempre più paonazzo. 
<< Cambiamo un po' di assetti qua e là e se qualcuno prova ad ostacolare i piani lo seppelliamo sotto una pioggia di bombe atomiche, lo cancelliamo dalla Storia. >> 
Krock è in visibilio. 
Xi bussa due volte sul tavolo. 
<< Si era detto niente atomiche, non siamo pronti per la vita nel sottosuolo e la nuova tecnologia funziona meglio all'aperto. >> 
Dio mugugna qualcosa, Krock continua ad osservare entrambi come fosse una partita di tennis da un lato all'altro del tavolo. 
Se avesse una coda scodinzolerebbe da quanto è agitato. 

Krock vuole distruggere, gli altri amano fare affari. 
Krock vuole imporsi come un canne-mozze puntato sotto al mento, gli altri adorano negoziare. 
A Dio non gliene frega niente, gioca a fare l'intoccabile, sà bene che se non arrivano Dei suoi simili o altri più bellicosi, lui può godersela alla grande e aspettare che gli umani tornino ad un livello tale da credere nuovamente anche ad uno come lui. Bugiardo e violento. 
Krock aspetta solo di potersi scatenare come un cane rabbioso. 
Dio sembra esausto, ciondola leggermente con la testa mentre guarda fisso un punto indefinito nella parete della sala. Poi sembra riprendersi di colpo e sbotta: << Basta,  mi state annoiando. Ci vediamo tra qualche mese quando saranno tutti in ginocchio. Scriveremo nuove regole e l'umanità conoscerà bene i suoi nuovi  padroni. Nomino Xi come amministratore e il Principe come suo vice, dobbiamo preservare un pò di fedeli islamici per mantenere caldo il Mediterraneo fino a farlo evaporare. Tra trent'anni poi Krock potrà scatenare il caos e ciascuno di voi avrà il suo posto garantito sull'Arca. Sia fatta la mia volontà. >> Detto questo si alza rischiando d'inciampare e se ne va dando le spalle ai presenti. 

Xi bussa per tre volte sul tavolo richiamando l'attenzione di tutti, ubriaco compreso. 
"E come la mettiamo con la profezia del 2222?" 
Tutti sorpresi girano gl'occhi puntandoli sul vecchietto. 
Xi sorseggia tranquillamente il suo tè senza violare il silenzio che s'è creato di colpo nella stanza blindata. 
Dio si gira sputando rabbioso e puntando il dito verso Xi. 
<< Non c'è nessuna profezia, non ci sarà mai! >> 
Tutti lo fissano e lui infuriato si avvicina al tavolo additandoli tutti e fiatando vino anche a distanza esclama: 
<< Voi dovete dimenticarvi di questa storia o non vedrete neanche l'alba del 2051. Non si nomini mai più quel bastardo e di quella sua fottuta profezia! Mai più! >> 
Rimane per un istante con il dito dritto a mezz'aria, tutto rigido con gl'occhi sbarrati e i capelli dritti, sembra sia stato colpito da un fulmine. Poi fa su un piede un 180º netto, come una di quelle statue meccaniche degl'orologi animati sui vecchi campanili e sparisce dalla stessa porta da cui era apparso. 
I cinque rimangono per un attimo in silenzio. Tutti sbigottiti tranne Xi, che poggia lentamente la sua tazzina quasi vuota. 
Krock osserva Xi. Krock non ha un'espressione, ha sempre la bocca aperta e la lingua lunga mezzo metro che sbava da un lato all'altro e quegl'occhi gialli schifosi da rettile che capisce solo "premi il grilletto". Osserva Xi e dice: << Quella profezia è falsa, tra trent'anni brucerò il mondo e finalmente ce ne andremo da qui. >> 
Xi gli risponde senza degnarlo di uno sguardo. 
<< Tu credi? >> 
Krock gli risponde. 
<< Credo che spezzerò questo pianeta fino all'ultima roccia, non ci sarà più un pianeta per nessuna profezia e per nessun profeta. >> 
Il Principe fissa Krock e gli dice: 
<< Non hai ancora capito che nessuno tra noi decide nulla in questo Universo? Hai forse deciso tu che il tuo popolo fosse relegato nelle viscere della terra ancor prima che arrivasse la famiglia di Dio? >> 
Krock emette un suono che solo un alligatore con lo stomaco in acido può emettere, poi ribatte al Principe. 
<< Tra trent'anni non ci sarà più nessuno a poterlo ricordare o a poterlo anche solo pensare. >> 
La Signora rompe il silenzio. 
<< Non sarà certo una grande perdita non vedere il tuo regno tornare a dominare il mondo. Una noia mortale. >> 
<< Concordo. >> Aggiunge sorridendo Mama Africa mentre spegne il suo sigaro sul tavolo. 
Il Principe non ha distolto lo sguardo da Krock. 
Senz'arricciare il naso, perché essendoci seduto vicino avverte sicuramente il fetore di carogna e di zolfo che Krock emette. 
<< Tu sei cieco per la rabbia, per questo non vedrai mai oltre alla verità che desideri ardentemente. Non hai mai visto un orizzonte, non sai pensare in profondità. >> E sorride beffardo. 
Krock emette un verso disgustoso e mostra ancora di più le sue fauci aperte al Principe. 
La Signora guardandolo aggiunge: 
<< Hai un cervello così limitato che ancora ti fidi della parola di Dio. Lo sai benissimo che lui sta' dove sta' solo perchè è l'ultimo rappresentante della sua stirpe blu. E loro non ti hanno mai minimamente cagato, non ti considerano neanche, bestia ignorante. >> 
Si odiano ma il lucertolone fa proprio schifo a tutti, soprattutto sapendo che il suo regno è proprio sotto ai piedi di tutti. 
Non si salutano tra loro, solo Xi ed il Principe si scambiano rapidamente un reciproco inchino. 
Si alzano e se ne vanno ciascuno da una porta scorrevole. 
Solo Mama Africa rientra subito dopo per aver scordato le cuffiette bluetooth. Osserva la giara che Dio ha lasciato sul tavolo, non ci pensa su due volte, l'afferra e se la porta via ridendo divertita. Mentre si allontana la si sente ad alta voce al telefono con un'amica mentre esclama: << Mana! Prepara la cena, ho una vino divino per stasera! >> La sua risata divertita rieccheggia per i cuniculi della base sotterranea. Trecento metri sopra le onde fredde dell'Atlantico se la prendono incessantemente con le rocce scure dell'isola. 
Tutto il resto è silenzio. 







Fine. 












Foto e testo di Simone Faresin, Grafica: Edo Trave. Lisbona, Marzo 2020. 













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